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martedì 21 ottobre 2014

Recensione di "Fight Club" di Chuck Palahniuk

Buon salve a tutti!
Oggi avevo in mente di continuare a pubblicare per il Blogger Love Project ma mi sto rendendo conto di essere davvero indietro con i propositi, così cerco di mettermi in pari.
Ho intenzione di aprire un profilo twitter e una pagina facebook per il blog, era da tanto che lo volevo fare ma non sono mai andata fino in fondo, vi prometto che entro la settimana migliorerò qualcosina!
E poi ho deciso di iniziare un Gruppo di Lettura, ho scelto il libro che volevo proporvi e sono anche riuscita a fare il banner (ci ho messo tre ore e mezza per farlo ù_ù), ma per i dettagli credo che dovrete aspettare ancora un paio di giorni, dato che devo ancora definire bene le date.
Chiudo questa parentesi sulle notizie più importanti, ed eccovi fresca fresca (come no) la recensione di Fight Club <3
Titolo: Fight Club
Autore: Chuck Palahniuk
Pubblicato negli USA nel 1996
Pubblicato in Italia nel 2003
Genere: noir
Casa editrice: Mondadori
Lingua originale: inglese
Trama: L'anonimo protagonista del romanzo è un giovane, insoddisfatto e deluso dal mondo, che si trascina in una vita fatta di bugie e fallimenti. Ambientato nell'America degli anni 90'. Con il suo amico Tyler apre un club di lotte clandestine nei sotterranei di vari bar, una valvola di sfogo per gli uomini che ne hanno bisogno. Ma nel mondo delle lotte clandestine non ci sono ne regole ne limiti.
L'autore: Chuck Palahniuk è nato a Pasco, nello Stato di Washington, nel 1962. Si laurea presso la scuola di giornalismo dell'università dell'Oregon nel 1986. Il suo successo è dovuto al suo primo romanzo Fight Club, pubblicato nel 1996, in seguito ha scritto molti altri romanzi tra cui Survivor (1999), Invisible Monsters (2000) e Ninna Nanna (2003). Il suo ultimo romanzo è Sventura, pubblicato in Italia nel settembre del 2014. 
Recensione: Credo che basti il cuoricino di poco fa per farvi capire che il romanzo mi è piaciuto. Ma dire che mi è piaciuto è riduttivo, infatti dopo aver letto Fight Club ho intenzione di leggere tutti i romanzi di Palahniuk, che per la cronaca sono circa quindici, e inizierò a stalkerare  seguire assiduamente l'autore. 
Il libro si legge molto velocemente, mi ci è voluto un giorno e mezzo, ma se la storia inizia a prendervi non riuscirete a pensare nient'altro se non al libro sino a che non lo avrete finito, per questo motivo vi consiglierei di leggerlo durante le vacanze o un fine settimana dove potete barricarvi in casa.
Questa, come avrete già notato, non sarà una vera e propria recensione, diciamo più che altro un ode in onore del libro e dell'autore, con l'aggiunta di qualche simpatica gif. La trama è originale, lo sviluppo della storia è intrigante e assurdamente fantastico, era da tanto che un autore non mi prendeva così tanto. Lo stile dell'autore è conciso e breve, minimalistico, alcune frasi possono sembrare ripetitive ma servono a far prendere alla storia e alla narrazione un certo ritmo, sono proprio quelle frasi che mi fanno venire un brivido lungo la schiena ogni volta che ci ripenso.
Lo stile dell'autore è sporco, non usa francesismi o mezzi termini, è quasi volgare, non gira intorno alle cose ma le dice chiare e tonde.
Vorrei stare qui a raccontarvi tutti i significati e i messaggi che stanno dietro alle parole di Palahniuk ma mi servirebbero almeno altri venti post e il concetto non sarebbe ancora del tutto chiaro. Il libro ha la mia età, sigh, e mostra quale fosse il clima che si respirava negli anni 90: la delusione, i sogni infranti, la rabbia. L'autore trasmette un senso di angoscia che aiuta i lettori ad entrare non solo nella testa del protagonista ma nell'intero mondo che lo circonda. 
Il finale include non un colpo di scena ma Il Colpo di Scena, e nonostante lo sapessi già dal film è comunque riuscito a farmi venire la tachicardia. Se non avete ne visto il film ne letto il libro vi consiglio di iniziare da quest'ultimo, e poi di vedere il film giusto per vedere un giovane Brad Pitt a torso nudo che si scazzotta con altri ragazzi a torso nudo.
[N. b. Nonostante il libro mi sia piaciuto tanto mi tocca sconsigliarlo ad alcune persone, alcuni temi che tratta l'autore e alcune parti del libro potrebbero non essere indicati a deboli di cuore o persone facilmente impressionabili. Ho letto diverse critiche negative su questo libro e molte lo ritenevano "disgustoso" e "inappropriato", per carità ognuno ha la sua opinione, ma se siete così suscettibili vi consiglio di evitare questo libro.]
Voto: 10/10

martedì 14 ottobre 2014

Recensione de "Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte" di Mark Haddon

Buonsalve miei cari seguaci (suona malissimo)!
Ultimamente sento il bisogno quasi fisiologico di andare in libreria e non uscirne con meno di sette libri. Purtroppo, causa studio e scarse finanze, non ho il tempo materiale per questa piccola spedizione in libreria e neanche molti soldi da spendere per libri, purtroppo. Dovrò resistere per un altro paio di settimane, poi troverò il modo di togliermi questo sfizio.
Comunque, oggi vi aspetta una recensione, di quelle arretrate da due mesetti circa, secondo gli obbiettivi che mi sono prefissata per la Blogger Love Project!
Titolo: Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte
Autore: Mark Haddon
Pubblicato in UK nel 2003
Pubblicato in Italia nel 2014
Genere: romanzo
Casa editrice: Einaudi
Lingua originale: inglese
Trama: Christopher Boone ha quindici anni e soffre della sindrome di Asperger, una forma di autismo. Christopher odia essere toccato, odio il giallo e il marrone, non vuole che i mobili di casa vengano spostati, non riconosce le emozioni, non sorride mai, gli piacciono molto la matematica, la fisica e Sherlock Holmes il suo eroe. E quando ha trovato il cane della vicina ucciso si ritrova in una storia da romanzo giallo, e lui è intenzionato a risolvere il mistero proprio come farebbe Sherlock.
L'Autore: Haddon Mark è uno scrittore e poeta britannico, nato nel 1963. Ha studiato presso il Merton College, Oxford. Ha scritto molti libri per ragazzi e Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte è il suo primo romanzo, vincitore del premio Alex nel 2004.
Recensione: La storia è raccontata in prima persona dal punto di vista del protagonista, Christopher. Inizia con il ritrovamento del cane assassinato con un forcone, Christopher decide di investigare e scoprire chi è il colpevole, ma per farlo dovrà superare molte delle sue paure e comunicare con altre persone.
Lo stile di Haddon mi è piaciuto, scorrevole e semplice, il fatto che il libro sia in prima persona aiuta il lettore ad immedesimarsi nel protagonista e a capire le reazioni degli altri personaggi ai comportamenti di Christopher. Sono anche molto simpatiche le interruzioni della storia per inserire dei problemi di matematica,
N.b. qui l'autore non sta cercando di insegnarci matematica ma vuole aiutarci ad entrare più velocemente nel punto di vista del protagonista, dato che per lui la matematica e la fisica sono la sua passione/ossessione. (Con questo non intendo dire di aver capito i problemi di matematica, ma soltanto l'intenzione dello scrittore)
La storia è molto scorrevole e si svolge nell'arco di un breve periodo, tuttavia è piena di flashback che aiutano a coprire i buchi della narrazione. Alla fine del romanzo non ci sono punti in sospeso, ed è una cosa che ho apprezzato moltissimo.
In molti punti la storia è stata toccante, vedere come i suoi genitori vivevano  quella situazione particolare, come lui vedeva e non vedeva il mondo circostante, purtroppo in altri punti la storia è stata anche irritante, non mi è piaciuto il comportamento dei personaggi circostanti, li ho trovati fin troppo irritanti ed esagerati.
La trama è simpatica e originale, ma non ci sono molti colpi di scena o suspense, scorre tranquilla e poi si arriva al lieto fine.
La narrazione è sia il punto forte che il punto debole del romanzo, semplice ma in alcuni momenti un po' troppo semplice. 
Si riesce a mettersi nei panni nel protagonista ma non sono riuscita ad appassionarmi alla sua storia, invece i personaggi secondari sembrano molto spesso odiosi, questo perché li vediamo tramite gli occhi del protagonista.
Purtroppo nonostante questo sia un libro che ho letto volentieri e che posso affermare di aver apprezzato non riesco a dire di averlo amato, non ho sentito il cuore in gola, non è una di quelle letture indimenticabili. La storia è carina, il libro è una lettura piacevole, ma non mi fa impazzire. Lo consiglio perché è una lettura che non toglie molto tempo e che è apprezzabile, ma non è neanche un capolavoro della letteratura, non mi ha rubato il cuore, non mi ha fatto versare lacrime. Carino ma niente di più.
Voto: 7/10

giovedì 7 agosto 2014

Recensione di "Diario di un killer sentimentale" di Luis Sepulveda

Buongiorno cari lettori!
La riorganizzazione della libreria sta procedendo bene, ho ritirato fuori un sacco di libri di cui mi ero completamente dimenticati, altri che devo leggere da tempo immemore e altri ancora ce avevo letto tempo fa e di cui vi volevo postare la recensione.
In questo caso si tratta di un libro di cui mi ero dimenticata l'esistenza, infatti il poveretto un giorno deve essere scivolato dietro una pila di libri e nessuno si è preoccupato di recuperarlo. Diario di un killer sentimentale è rispuntato fuori poco tempo fa e l'ho letto nell'arco di venti, forse trenta, minuti. Ma è stato così sorprendente che non vedevo l'ora di parlarvene!
Titolo: Diario di un killer sentimentale
Autore: Luis Sepulveda
Pubblicato nel 1996
Pubblicato in Italia nel 1998
Genere: thriller
Casa editrice: Guanda
Lingua originale: spagnolo
Trama: Un killer professionista viene contattato dal suo datore di lavoro a Madrid per un nuovo caso, lo stesso giorno la sua fidanzata francese lo molla dopo essersi innamorata di un altro in Messico. Il killer così si concentra, più di quanto dovrebbe, sul suo nuovo incarico, Victor Mujica che si trova ad Istanbul per un convegno.
L'autore: Luis Sepulveda è uno scrittore, un giornalista, sceneggiatore, regista ed attivista cileno naturalizzato francese. Nato in Cile nel 1949, ha viaggiato molto in America Latina anche al seguito di Greenpeace. Il suo libro più conosciuto è sicuramente Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare, pubblicato nel 1996.
Recensione: Questo romanzo è stato un colpo di fulmine e l'ho divorato, non solo perché sono solo una settantina di pagina ma anche perché ha uno stile veloce e scorrevole.
L'ambientazione si sposta da Madrid a Istanbul, a Parigi; il lettore si ritrova catapultato in hotel di lusso, taxi con conducenti particolari, bazar, tutto per seguire il nostro caro protagonista alle prese con il nuovo incarico.
C'è anche una grande varietà di personaggi, dal protagonista, alla sua fidanzata (o come la chiama lui gran figa francese), non passa inosservato neanche l'incarico del killer, ne tanto meno il datore di lavoro. L'autore riesce a innamorare i lettori dei personaggi in poche pagine.
Lo stile dello scrittore è molto conciso e chiaro, non si perde ne in dialoghi ne in descrizioni chilometriche, la storia è essenziale. Anche le parole che usa sono semplici, dirette, non gira intorno ma arriva dritto al punto e spesso senza peli sulla lingua.
Una delle cose che colpisce di più di questo libro è come l'autore riesca a dipingere e caratterizzare i personaggi utilizzando poche e brevi frasi, alcuni termini e descrizioni sono ripetuti spesso ma non mi hanno infastidito anzi a parere mio servivano più a sottolineare i concetti.
L'unica cosa negativa è che già dall'inizio avevo capito come andava a finire il libro e forse questo mi ha rovinato un poco la lettura, di thriller non c'è molto e secondo me la fine è palese sin dalle prime pagine, ma forse questo è solo nel mio caso.
La lettura è stata molto piacevole, anzi quasi mi dispiace che sia durata così poco ma è sicuramente un libro che rileggerò volentieri. Non credevo che un libro del genere, data la lunghezza e la semplicità dei termini utilizzati, potesse piacermi tanto.
Voto: 9/10

mercoledì 30 ottobre 2013

Recensione di "Io prima di te" di Jojo Moyes

Salve lettori, vi vorrei dire che non mi offendo se leggendo questo blog o anche passando per caso lasciate un commento, mi va bene anche un "ehi, sono passato in questo blog per sbaglio"! Comunque, torno a parlare del tema principale: le recensioni. Spero che abbiate apprezzato quelle precedenti, dato che senza commenti io non lo capisco, perché a me piace davvero tanto scriverle e sono molto contenta di aver aperto questo blog e poter dire anche il mio parere. Io adoro leggere e dire il mio parere sui libri che ho letto è molto gratificante. Cerco di recensire libri famosi e conosciuti ma anche libri meno conosciuti ma comunque molto belli, altri sottovalutati, altri difficili da trovare. Oggi vorrei parlare di un libro che ho letto per caso, si per caso perché l'ho trovato l'altro giorno sul treno, sotto il sedile di fronte al mio, e dato che il vagone era mezzo vuoto, il viaggio durava diverse ore e non avevo niente di meglio da fare mi sono messa a leggerlo.
Perciò grazie sconosciuto/a che hai dimenticato il libro sul treno e avermi dato la possibilità di leggerlo. 
Titolo: Io prima di te
Autore: Jojo Moyes
Pubblicato in Italia nel 2013
Pubblicato in Gran Bretagna nel 2012
Casa editrice: Mondadori
Genere: romanzo 
Lingua originale: inglese
Trama: Il libro è ambientato in un paesino che vive grazie ai turisti attirati dal castello della zona, durante i giorni nostri. La protagonista del libro è Louisa Clark, una ragazza di ventisei anni. Lei vive nello stesso paesino da tutta la vita, lavora come cameriera nello stesso locale da molti anni ed è fidanzata con Patrick, di cui crede di esserne innamorata. Ma un giorno la sua vita viene stravolta, il piccolo locale per cui lavora è costretto ha chiudere per un cambio di gestione e lei viene licenziata, così è costretta a trovare un nuovo lavoro. Tutta la sua vita, entrata nella monotonia del piccolo paesino in cui è nata e da dove non è mai uscita, dal lavoro che non offriva nessuna possibilità di carriera e da un fidanzato di cui non è veramente innamorata. A questo punto si trova a lavorare per Will Traynor, un uomo di trentacinque anni che ha causa di un incidente in auto è rimasto paralizzato dalla vita in giù e costretto ad una sedia a rotelle e alle cure di un infermiere. Louisa entrerà nella vita di Will come una boccata di aria fresca. Questo incontro tra una ragazza che ha deciso di vivere nel paesino dove è nata apparentemente senza alcuna curiosità di vedere il resto del mondo e una ragazzo che ha conosciuto ricchezza, fama e successo a cui poi viene portato via tutto, prenderà una piega inaspettata per entrambi. Due persone molto diverse fra loro che imparano a conoscersi e che hanno molto da insegnare l'uno all'altra.
L'autrice: Jojo Moyes è nata nel 1969 a Londra. Ha studiato alla Royal Holloway, University of London e al Bedford New College. Ha lavorato dieci anni per The Independent. Me before you è uno dei suoi libri più conosciuti sebbene sia anche uno dei più recenti. Ha scritto Foreign Fruit e The girl you left behind.
Recensione: Il libro è un romanzo inglese ambientato nell'Inghilterra dei giorni nostri. Non ha un genere in se, non è un vero e proprio romanzo rosa ne uno drammatico, ne psicologico. E' un libro a mio parere completo, perché i personaggi affrontano una crescita psicologica durante la storia, l'autrice affronta dei temi molto delicati, discussi e controversi, offre nuovi spunti di riflessione e di analisi. All'inizio quando avevo cominciato a leggerlo credevo che si trattasse dell'ennesimo romanzetto rosa un po' sempliciotto dove due si incontrano, amore a prima vista, problemi da parte di alcune situazioni o altri personaggi, incomprensioni varie e alla fine tutto si chiarisce e i protagonisti vivono felici e contenti, no, non è stato così. E' un libro molto profondo e dietro alla storia dei due personaggi c'è tutta una cornice, la storia delle loro famiglie, della relazione della protagonista e della malattia del protagonista maschile. Lo stile non è ricercato ma leggero e scorrevole, non esagera con le descrizioni ma avrei preferito un po' più di dialogo, per me c'è troppa parte narrativa. Il libro, personalmente, mi è piaciuto, dalla protagonista stravagante che non sa cosa vuole dal proprio futuro al protagonista maschile molto testardo e molto complesso. Tutti i personaggi vengono arricchiti e approfonditi svelando delle persone reali, dentro al libro c'è una storia verosimile. Insomma se siete convinti che "un libro per essere buono deve lasciare una traccia su di te" allora questo è un ottimo libro perché offre molti punti di riflessione su un tema tutt'ora discusso. 
E' un libro che sinceramente consiglierei ad alcune condizioni: 
- Che si abbia tempo a sufficienza per leggerlo, non è molto pesante ma neanche una favoletta da leggere in treno.
- Che si sia un po' maturi, non è una storiella d'amore ma tratta delle tematiche un po' forti.
- Che non si sia prevenuti, non potete iniziare a leggerlo pensando "Tanto si capisce subito come va a finire" perché così ci rimarrete molto ma molto con il finale, come tra l'altro è successo a me.
Detto questo, è un bellissimo libro che consiglio vivamente, è stato un piacere leggerlo e recensirlo.

Voto: 9/10

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