giovedì 7 agosto 2014

Recensione di "Diario di un killer sentimentale" di Luis Sepulveda

Buongiorno cari lettori!
La riorganizzazione della libreria sta procedendo bene, ho ritirato fuori un sacco di libri di cui mi ero completamente dimenticati, altri che devo leggere da tempo immemore e altri ancora ce avevo letto tempo fa e di cui vi volevo postare la recensione.
In questo caso si tratta di un libro di cui mi ero dimenticata l'esistenza, infatti il poveretto un giorno deve essere scivolato dietro una pila di libri e nessuno si è preoccupato di recuperarlo. Diario di un killer sentimentale è rispuntato fuori poco tempo fa e l'ho letto nell'arco di venti, forse trenta, minuti. Ma è stato così sorprendente che non vedevo l'ora di parlarvene!
Titolo: Diario di un killer sentimentale
Autore: Luis Sepulveda
Pubblicato nel 1996
Pubblicato in Italia nel 1998
Genere: thriller
Casa editrice: Guanda
Lingua originale: spagnolo
Trama: Un killer professionista viene contattato dal suo datore di lavoro a Madrid per un nuovo caso, lo stesso giorno la sua fidanzata francese lo molla dopo essersi innamorata di un altro in Messico. Il killer così si concentra, più di quanto dovrebbe, sul suo nuovo incarico, Victor Mujica che si trova ad Istanbul per un convegno.
L'autore: Luis Sepulveda è uno scrittore, un giornalista, sceneggiatore, regista ed attivista cileno naturalizzato francese. Nato in Cile nel 1949, ha viaggiato molto in America Latina anche al seguito di Greenpeace. Il suo libro più conosciuto è sicuramente Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare, pubblicato nel 1996.
Recensione: Questo romanzo è stato un colpo di fulmine e l'ho divorato, non solo perché sono solo una settantina di pagina ma anche perché ha uno stile veloce e scorrevole.
L'ambientazione si sposta da Madrid a Istanbul, a Parigi; il lettore si ritrova catapultato in hotel di lusso, taxi con conducenti particolari, bazar, tutto per seguire il nostro caro protagonista alle prese con il nuovo incarico.
C'è anche una grande varietà di personaggi, dal protagonista, alla sua fidanzata (o come la chiama lui gran figa francese), non passa inosservato neanche l'incarico del killer, ne tanto meno il datore di lavoro. L'autore riesce a innamorare i lettori dei personaggi in poche pagine.
Lo stile dello scrittore è molto conciso e chiaro, non si perde ne in dialoghi ne in descrizioni chilometriche, la storia è essenziale. Anche le parole che usa sono semplici, dirette, non gira intorno ma arriva dritto al punto e spesso senza peli sulla lingua.
Una delle cose che colpisce di più di questo libro è come l'autore riesca a dipingere e caratterizzare i personaggi utilizzando poche e brevi frasi, alcuni termini e descrizioni sono ripetuti spesso ma non mi hanno infastidito anzi a parere mio servivano più a sottolineare i concetti.
L'unica cosa negativa è che già dall'inizio avevo capito come andava a finire il libro e forse questo mi ha rovinato un poco la lettura, di thriller non c'è molto e secondo me la fine è palese sin dalle prime pagine, ma forse questo è solo nel mio caso.
La lettura è stata molto piacevole, anzi quasi mi dispiace che sia durata così poco ma è sicuramente un libro che rileggerò volentieri. Non credevo che un libro del genere, data la lunghezza e la semplicità dei termini utilizzati, potesse piacermi tanto.
Voto: 9/10

3 commenti:

  1. Sepulveda per me è un poeta della prosa. Se non li hai letti ti consiglio Il vecchio che leggeva romanzi d'amore, e Le rose di Atacama.
    Stupendi.

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  2. #Katerina di Sepulveda ho intenzione di continuare a leggere altri libri, grazie per i consigli!
    #Tania fammi sapere se poi ti piace ;)

    RispondiElimina

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