martedì 18 febbraio 2014

Recensione di "La camera di sangue" di Angela Carter

Buon salve lettori!
Oggi sono stanca morta, è stato un weekend infinito, e non in senso buono, e adesso si torna a lezione.
Mi dispiace per questa momentanea assenza ma più di tanto non posso fare e scrivere una recensione richiede da una a due ore, se non di più come spesso capita...
Ma adesso la smetto di autocommiserarmi e torno al punto del post.
Questa è una recensione, se non lo avevate capito dal titolo o se avevate dei dubbi spero che adesso si sia chiarito tutto, di un libro letto per la Theme Reading Challenge.
Vi ricordo, anzi ricordo a me stessa che non si sa mai, che il tema di questo mese è: libri ispirati dalle favole classiche.
Dato che Alice in Zombieland non so bene per quale motivo non mi ispiri proprio, oltre le prime due non righe non riesco ad andare, ho letto questo, un po' come rimpiazzo un po' perché stazionava da tempo nella mia wishlist.
Ho comprato questo romanzo qualche tempo fa a Manchester ed è rimasto nella mia libreria per parecchio tempo prima che mi decidessi a leggerlo!
Okay, okay, mi sto di nuovo perdendo in vaneggiamenti.
Robin, concentrata, devi rimanere concentrata!
Titolo: La camera di sangue
Autore: Angela Carter
Pubblicato in Uk nel 1979
Pubblicato in Italia nel 1996
Genere: raccolta di racconti
Casa editrice: Edizioni del Sud
Lingua originale: inglese
Trama: Non c'è proprio una trama ben definita, si tratta più che altro di una serie di racconti ispirati dalle favole. La prima favola è "La camera di sangue" da cui il libro prende il titolo ed è ispirata alla favola di Barbablù. Altre favole sono "La corte di Mr. Lyon" e "La sposa della tigre" ispirate da "La Bella e la Bestia", "Il gatto con gli stivali", "Il re degli elfi", "La bambina di neve", "La signora della casa dell'amore", "Il lupo mannaro", "La compagnia dei lupi" e "Lupo-Alice".
L'autore: Angela Carter è nata in Inghilterra a Eastbourne nel 1940. E' una scrittrice nota per i suoi libri horror-fantasy con temi femministi. Ha frequentato l'università di Bristol e si è laureata in letteratura inglese. Ha lavorato per diverso tempo come giornalista per il Croydon Advertiser. Il suo primo romanzo è stato "La danza delle ombre" pubblicato nel 1966 e in seguito nel 1967 venne pubblicato anche "La bottega dei giocattoli".
Muore di cancro a Londra nel 1992 all'età di cinquantun anni. 
Recensione: Questo libro mi è piaciuto, la scrittrice è senza dubbio molto brava e lo stile è buono ma ci sono stati diversi punti che hanno reso la lettura non molto semplice.
L'idea di partenza è piuttosto buona, una serie di favole ispirate alle favole classiche, le storie sono interessanti, è molto originale questa nuova visione delle favole.
Lo sviluppo di quest'idea è comunque buono ma è il vocabolario usato dalla scrittrice è medio-alto e rallenta notevolmente la scrittura, non dico che bisogna leggere questo libro con un dizionario affianco ma comunque non è una lettura leggera. (Questo libro l'ho letto in inglese, magari in italiano è diverso.)
Non ci sono molti dialoghi, anzi credo che il 95% del libro sia descrittivo, sono pochi, brevissimi e criptici (cioè nella maggior parte delle frasi non ne ho capito il senso o lo scopo).
Il libro mi ha confuso molto perciò mi aspetto che anche questa recensione sia molto confusa. Purtroppo leggendolo più di una volta ho dovuto leggere e rileggere la frase perché non ne capivo il senso, troppo confusionario, a volte la storia è scritta come una favola classica mentre in alcuni punti sembra che la scrittrice voglia esprimere chissà quale significato filosofico o morale che probabilmente, non l'ho capito bene, ha a che fare con la storia principale.
La caratterizzazione dei personaggi è buona, e questo è sorprendente dato che ogni storia non è più lunga di trenta pagine, ma a causa di questa buona caratterizzazione sui personaggi la narrazione ne risente, la storia è lenta, breve, ma allungata quanto più possibile con descrizioni.
Probabilmente il libro ha un significato molto profondo e femminista, come ho letto in alcuni articoli su internet, ma io non devo analizzarne il significato o lo stile devo recensirlo come un libro qualsiasi.
L'ambientazione cambia  da storia in storia, da un palazzo con le vasche e i rubinetti d'oro ad una foresta fredda e scura popolata da strane creature. La scrittrice descrive in modo sublime tanto che il lettore si trova catapultato nei luoghi da lei descritti.
Le mie favole preferite sono senza dubbio "La compagnia del lupo" e "Il re degli elfi", il primo perché la foresta è talmente scritta bene da farmi venire i brividi, una storia spettacolare, la seconda perché l'ho trovata un po' diversa dalle altre, forse perché non proprio collegata alle favole classiche ma comunque piacevole.
Quelle che invece mi sono piaciute di meno sono state la seconda e la terza, ho avuto molta difficoltà a capirne il senso o ad immaginarmi i personaggi.
Non è una lettura veloce, se state cercando quello vi consiglio di provare con un altro libro. 
La scrittrice ha senza dubbio talento e so che un paio dei suoi libri sono poi diventati anche dei film. 
In alcune storie c'è un po' una traccia di horror oltre che al fantasy, o per lo meno questa è la mia impressione, specialmente in "La compagnia dei lupi". 
Sarà che da piccola odiavo la storia di "Cappuccetto Rosso" e per questo motivo preferisco le rivisitazioni moderne della storia, ma questo racconto mi è piaciuto tantissimo gli darei dieci punti pieni, ma ahimè mi tocca recensire l'intero romanzo.
Voto: 8/10

2 commenti:

  1. Questo libro mi incuriosiva parecchio e grazie alla tua recensione sono riuscita a farmene un'idea un po' più precisa :) Penso che ci farò un pensierino!! *_*

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    Risposte
    1. Mi fa piacere saperlo ^^ spero che decida di leggerlo ;D

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